lunedì 8 febbraio 2010

Così, esattamente così...



"Migliaia, milioni di individui lavorano,
producono e risparmiano nonostante
tutto quello che noi possiamo inventare
per molestarli, incepparli, scoraggiarli.
È la vocazione naturale che li spinge;
non soltanto la sete di guadagno.
Il gusto, l’orgoglio di vedere
la propria azienda prosperare,
acquistare credito, ispirare fiducia
a clientele sempre più vaste,
ampliare gli impianti,
costituiscono una molla di  progresso
altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse,
non si spiegherebbe come ci siano imprenditori
che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali
per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti
di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente
ottenere con altri impieghi".

(L.Einaudi)



E a chi lo puoi gridare che quando hai pagato l'IVA e l'INPS non ti porti più a casa quel che ti serve per vivere? Che fai l'imprenditore, ma che senza l'aiuto di mammà sarebbero ormai 3 anni che non fai una vacanza degna di questo nome? Che passi notti e notti sveglia, chiedendoti dove e come recupererai i soldi a fine mese per pagare gli stipendi dei tuoi? 
E mia madre un paio di settimane fa mi ha detto..."ma se lavori così tanto, come mai non sei ricca?".
Qualcuno glielo spieghi. Qualcuno le spieghi che l'equazione IMPRENDITORE=PRIVILEGIATO BENESTANTE non è più valida da un pezzo. Soprattutto se la tua impresa è nata con te, e non con qualche precedente pezzo di famiglia che ne ha buttato le basi in un altro tempo, in un'altra epoca, in un altro mondo. 
Soprattutto se ti interessa vivere e lavorare bene sì, ma onestamente.
L'ultimo a cui poteva interessare forse è stato davvero Einaudi.



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